Δευτέρα 8 Ιανουαρίου 2018

Pratica del Surrender alla Mandre [parte 2 ]/ Πρακτική της Παράδοσης στη Μητέρα [μέρος 2ο ]



Pratica del Surrender alla Mandre [parte 2 ]/ Πρακτική της Παράδοσης στη Μητέρα [μέρος 2ο ]

Con l'esalazione si ha il giorno, con l'inspirazione si ha la notte. Tutto io creo, tutto io distruggo. Io sono Tutto, io sono Niente.
Per tutte le nove notti del Navaratri prova a fare questa semplice pratica. La devi fare preferibilmente al mattino appena sveglia, appena sveglio, e alla sera subito prima di addormentarti: sono i momenti in cui si è più spontaneamente propensi a indugiare in una sorta di limbo, tra veglia e sonno, una dimensione "di passaggio" in cui la coscienza è più fertile ad accogliere nuovi stimoli poco filtrati dalla mente razionale.
Iniziamo da quella della SERA, PRIMA DI ADDORMENTARTI: sei sul tuo letto, comodo, comoda, prova a portare l'attenzione al corpo, al respiro ma senza sforzo, semplicemente potresti sentire la piacevolezza del momento che precede il sonno, cioè l'abbandono delle membra e di tutte le tensioni. Segui questo abbandono semplicemente dicendo a te stesso, a te stessa, mentre inspiri: "So che sto per addormentarmi, mi abbandono a Te, io sono Niente", e mentre espiri: "So che sto per addormentarmi, mi abbandono a Te, io sono Tutto"... Inala ed esala dal naso (non dalla bocca), con soffio dolce, così come viene, non forzato. Non c'è nulla che tu debba modificare. Devi solo essere più consapevole possibile del momento. Ripeti questa formula per qualche minuto, potresti man mano passare alla versione corta: "Espiro, io sono Tutto", "Inspiro, io sono Niente" e poi affidati a ciò che succede, lasciati cullare dalle sensazioni e sprofonda nel tuo sonno se e quando arriva.
La mattina, prima di alzarti : sei sul tuo letto, appena sveglio, appena sveglia, cerca di rimanere con le palpebre chiuse ma non serrate e di non fare subito qualche gesto seguendo l'impulso a muoverti. Rimani per qualche attimo distesa, disteso, e se ti affiorano immagini oniriche o pezzi di sogni della notte non cercare di interpretarli, respiraci semplicemente su, magari bisbigliando sottovoce "Vieni con me, vieni con me". Riprendi poi il respiro consapevole della sera (dalle narici, delicato, non forzato, spontaneo) e, mentre inspiri ripeti mentalmente: "So che sto sognando, mi abbandono a Te, io sono Niente" e mentre espiri: "So che sto sognando, mi abbandono a Te, io sono Tutto".
Ricordarsi di "stare sognando" è un modo per destrutturare la mente dalle sue illusioni (chitta maya) ricordandoci cioè che la sostanza di tutte le cose è sempre (sia di notte che di giorno, sia in stato di veglia che di sonno) anima, spirito, immagine, splendente Vacuità a cui offrirsi con fiducia e amore come tra le braccia di un amante, della Madre e dell'Universo intero.
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